Messina: “Rialzi dell’imposta inciderebbero negativamente sulla domanda turistica, in particolare quella interna. La revisione sia equa e inserita in visione strategica di rilancio del comparto”
Sulla riforma dell’imposta di soggiorno siamo aperti al confronto. Non siamo, però, d’accordo con l’attuale impianto della proposta di modifica: il calcolo sulla base delle fasce di prezzo predeterminate rischia di far schizzare l’imposta a livelli insostenibili e fuori mercato rispetto al valore della camera. Bisogna invece assolutamente evitare incrementi: inciderebbero pesantemente sulla domanda turistica, in particolare quella interna, estremamente sensibile in questa fase alle sollecitazioni dei prezzi.
Così Assoturismo Confesercenti in una nota, in occasione della convocazione rivolta alle associazioni di categoria sull’imposta di soggiorno da parte del Ministro Daniela Santanchè e che si svolgerà presso la sede del Ministero de turismo.
“Si può e si deve discutere ampiamente e senza preclusioni della riforma dell’imposta. Senza però perdere mai di vista la questione fondamentale: deve essere equa ed inserita in una visione strategica di rilancio del turismo e di crescita dei flussi turistici”, commenta Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti. “Il calcolo su fasce predeterminate, invece, non garantisce la tutela della competitività̀ del sistema ricettivo italiano”.
“La soluzione di buon senso sarebbe quella di calcolare l’imposta di soggiorno in percentuale sul prezzo effettivo cui è venduta la camera, con indicazione di un tetto massimo del 5% dell’importo stesso e comunque non eccedente il limite di 10 euro a notte. Una revisione in tale senso dell’imposta favorirebbe inoltre i controlli delle amministrazioni e del fisco”.